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IN ASCOLTO DEI FUTURI COLLEGHI: I CONTATTI FP CGIL INPS SUL TERRITORIO

BUONO PASTO: SITUAZIONE SURREALE

 



Le contingenze economiche, in primis le sanzioni al nostro principale fornitore energetico, la Russia  e la speculazione incontrollata  hanno portato un vertiginoso aumento dei prezzi di gas, energia elettrica, carburante, finendo a ruota per incidere nell’incremento generalizzato dei prezzi a livello dei beni di consumo.
Senza voler entrate in una disamina articolata del fenomeno che avrà per forza di cose serie conseguenze economiche nei prossimi mesi, rimanendo nel tema del nostro comparto, che poi è quello per cui principalmente abbiamo creato questo blog, da una parte noi lavoratori subiamo l’incremento inflazionistico e dall’altro ci troviamo di fronte a remunerazioni ferme al palo da anni.
La questione dei buoni pasto, stabili da anni per disposizione legislativa a 7 euro (ricordiamo che in passato avevano un valore nominale di gran lunga maggiore), ovviamente non aiuta a contrastare il fenomeno dell’erosione del salario reale e chiunque di voi si sarà accorto che con tali buoni, peraltro accettai da un sempre minor numero di esercenti commerciali, si fa fatica a fare un pasto completo.
La questione dell’incremento dei buoni pasto urge una revisione di quella norma del governo Berlusconi del 2011, che ha visto la FP CGIL mobilitarsi immediatamente per contrastare quella disposizione tanto cara al ministro Tremonti. 

Entrando nel merito purtroppo la richiesta di incremento del valore dei buoni pasto si infrange contro uno scoglio normativo: l’art. 5 del decreto-legge n. 95/2012, convertito in Legge n. 135/2012 (nell’ambito della “Spending Review) dispone molto chiaramente che il valore nominale dei buoni pasto per i dipendenti pubblici non può superare l’importo di 7,00 euro per singolo buono (previsione che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale con la sentenza n. 225 del 2013).
Anche la norma successivamente emanata (legge di bilancio 2020) che ha previsto l’incremento della possibilità di detassazione dei buoni pasto elettronici fino a 8 euro non inficia lo scoglio sopra esposto.
Successivamente sui buoni pasto è intervenuta anche la Sezione regione di controllo della Corte dei conti della Toscana con deliberazione n. 88/2021/PAR, ma sostanzialmente anche dopo tale pronuncia la linea rimane quella sopra esposta.

Appare chiaro - senza volersi addentrare in questioni giurisprudenziali - che per agire al fine di incrementare il valore nominale dei buoni pasto, occorre far pervenire nei banchi parlamentari (per superare una previsione normativa ormai obsoleta), una forte richiesta dal basso. 

Con queste righe si vuole dare un input affinché l’argomento diventi centrale nel dibattito sindacale in corso al fine di pervenire  a una linea di indirizzo per richiedere, oltre all’aumento, di introdurre un meccanismo che tuteli il potere di acquisto dei buoni pasto dagli incrementi inflazionistici.

Francesco Fustaneo

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