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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

POST IN EVIDENZA

IN ASCOLTO DEI FUTURI COLLEGHI: I CONTATTI FP CGIL INPS SUL TERRITORIO

SCIOPERO: IL DIBATTITO CONTINUA

A più di tre mesi dal 9 dicembre 2020, data dell’ultimo sciopero unitario del pubblico impiego, è ancora aperto il dibattito sul significato e sull’opportunità di quella giornata di mobilitazione. Dibattito che non si sviluppa sulla piattaforma rivendicativa che fu posta alla base dello sciopero e che, ricordo, si fondava e si fonda ancora sulla necessità di restituire, attraverso il rinnovo contrattuale, dignità e valore al ruolo della contrattazione integrativa, aggiornare la parte normativa, adeguare il sistema dei diritti individuali e incrementare le retribuzioni.  E che, inoltre, attraverso un sistema di maggiori tutele del lavoro pubblico e di riconoscimento del lavoro svolto, punti alla creazione di un nuovo ordinamento professionale per i lavoratori, nel caso nostro, delle Funzioni Centrali.  Su questo tutto tace, e ci mancherebbe, considerata l’assoluta legittimità di queste rivendicazioni. La discussione invece sembra avvitarsi su alcuni aspetti che non esito a definire sur

IL RUOLO DEL SINDACATO NELLA NUOVA COMPAGINE DI GOVERNO

Non è un mistero che lo scopo del Governissimo guidato da Mario Draghi, come rilevato da Emiliano Brancaccio, sia quello di gestire una ristrutturazione del capitalismo italiano devastato dalla pandemia. Né ormai può più esserci alcun dubbio sulla postura che verrà assunta da questa ristrutturazione.  Se prima della formazione della squadra vi poteva essere ancora qualche incertezza, la nomina di Giorgetti al MISE e di Brunetta alla Funzione Pubblica, rappresentano una pesante ipoteca sui diritti dei lavoratori ed una dichiarazione di intenti.  La ristrutturazione sarà a tutto vantaggio del mercato, del capitale finanziario e industriale. Essa travolgerà definitivamente le già precarie condizioni della classe lavoratrice italiana, pubblica e privata. Beninteso, è probabile che non tutti i comparti soffriranno tagli, licenziamenti e precarizzazione delle condizioni di lavoro. Verranno probabilmente salvati quei settori ancora non decotti, verso i quali verranno indirizzate le esigue ris

IL GIOVANE VECCHIO

“ Un caffè come sai fare te, Alfonso, mi raccomando. Ricordo ancora come facevo lavorare io la mitica Gaggia, quella a vapore dico, che le macchine a pistone le hanno inventate dopo… ” “ Buongiorno Ornello, sempre in gamba come un giovanotto! Sembra che ti sia fermato a 18 anni di età. Ma come fai a mantenerti sempre così in forma nel corpo e nello spirito? Siediti, che ti preparo un caffè che non hai mai bevuto in vita tua! ” Ornello, quel vecchietto sempre sorridente e pronto alla battuta, era diventato ormai da tempo l’anima del quartiere in cui viveva da quando era nato. Gli altri abitanti se lo ricordavano con i capelli bianchi, come se li avesse sempre avuti così. Le sue giornate passavano sempre alla stessa maniera, metodiche e ripetitive, come se non avesse imparato a fare altro nella vita. Eppure ogni cosa che faceva, ogni persona che toccava, era come se fosse la prima volta.  Usciva di casa baldanzoso, per come poteva esserlo un vecchio della sua età, a volte anche con un po

OLTRE LO SCIOPERO: IL SINDACATO NEL RINNOVO DELLA PA

Il dibattito sullo sciopero del 9 dicembre ha due indubbi meriti: testimonia la vitalità del confronto necessario in un'organizzazione sindacale e ci obbliga a riflettere in senso lato sulla posizione dei lavoratori nel settore pubblico.  Partiamo da un presupposto: la riforma Brunetta, e i successivi tentativi di rimodulare l'azione delle Pubbliche Amministrazioni, ha dimostrato quanto abbia attecchito culturalmente l'idea di concepire l'azione di enti e istituzioni alla stregua di ordinarie realtà di mercato. Sempre più spesso parliamo di utenti e di clienti, non di cittadini. Sempre più spesso perseguiamo politiche di customer satisfaction ispirate al nuovo mantra, "efficacia, efficienza ed economicità nell'azione dell'attore pubblico". Ciò ha avuto un forte impatto sulla quotidianità di chi opera nelle PA. Se la mission non è più l'erogazione di un servizio ma la pura soddisfazione del "cliente", il ruolo di ciascun dipendente muta r

AMBIENTE E LAVORO: FUTURO SOSTENIBILE

Per la prima volta nella storia sindacale l’ambiente diventa un tema fondamentale grazie alla campagna di tesseramento CGIL 2020.  “Ambiente e lavoro: futuro sostenibile” è, infatti, questo il messaggio lanciato dalla nostra organizzazione sindacale e presente sulle nostre tessere. Una pianta con delle foglie verdi, radici profonde e ben salde alla terra, ed uno sfondo rosso rappresentativo dei valori della CGIL, per chiedere a gran voce di progettare un “futuro sostenibile” assieme alle amministrazioni, ai lavoratori e alle imprese, nel quale l’economia è rispettosa dell’ambiente e dei diritti umani.  Chiediamo un futuro con al centro la qualità dei prodotti, i diritti delle persone e non solo il mercato. Nel mondo che chiediamo il lavoro viene mantenuto perché è innovativo, di qualità e dunque più competitivo e duraturo. Vogliamo un’economia verde che salvaguardi i nostri ecosistemi, anche perché essere green conviene!  L’International Renewable Energy Agency - IRENA - ha calcolato c

LA BATTAGLIA SINDACALE: QUANDO LA FORMA È SOSTANZA

Ho letto con attenzione e interesse il bel contributo dato dal compagno Francesco Fustaneo e pubblicato su questo blog il 5 marzo.  Condivido molte delle riflessioni fatte e di come il settore pubblico, nonostante gli attacchi di questi ultimi 15 anni, abbia dimostrato che rappresenta un pilastro fondamentale per il Sistema Paese. Tuttavia, le battaglie e le recriminazioni che spesso portiamo sui tavoli nazionali e nelle piazze (oggi purtroppo virtuali) non possono essere messe in secondo piano da errori di strategia che mettono a repentaglio il raggiungimento delle giuste istanze sindacali. La forma è sostanza e prestare il fianco ad attacchi strumentali non porta giovamento alla causa dei lavoratori, pubblici e privati. Il collega Fustaneo evidenziava come non ci sia stata la partecipazione attesa per lo sciopero del 9 dicembre. Sicuramente ha ragione quando sottolineava una carenza di momenti di confronto nella fase preparatoria dell’iniziativa, tuttavia credo che uno degli err

BRUNETTA È LA PUNTA DELL'ICEBERG

Era inevitabile che la nomina di Renato Brunetta suscitasse reazioni fortemente negative nel mondo del Pubblico Impego e nella CGIL (anche se registro reazioni molto più soft in altre parti del mondo sindacale). Ovviamente mi associo alle critiche che sono seguite a questa nomina e non potrebbe che essere così, visto che ho perso il conto degli scioperi e delle manifestazioni a cui ho partecipato contro la riforma voluta in passato dall’attuale ministro. Una riforma che si può sintetizzare in pochi concetti fondamentali: la ricerca ossessiva della delegittimazione del lavoro pubblico, il mancato riconoscimento della sua funzione sociale, il depotenziamento del valore della contrattazione decentrata e la colpevole amnesia su tutto ciò che riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro. E mi fermo qui per non tirarla troppo a lungo, anche perché l’analisi di questa (contro) riforma richiederebbe molto di più che una semplice riflessione. Vedo però un pericolo all’orizzonte che bisogna assolu

STORIA DEL LAVORO FEMMINILE IN ITALIA - PARTE II

  Qual è la situazione oggi? Attualmente la famiglia non rappresenta più il principale ed unico progetto di vita delle donne.  Le donne mirano spesso ad inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro per realizzare un loro progetto professionale, mettendo a frutto la formazione conseguita.  Se si pensa che fino alla fine degli anni Settanta solo una donna in età lavorativa su tre lavorava e che attualmente il 46,3% delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora, l'avanzamento dell'occupazione femminile appare netto, ma nonostante la straordinaria crescita del numero delle lavoratrici questo è ancora molto basso rispetto agli altri paesi avanzati ed ancora molto lontano dall'obiettivo fissato a Lisbona del 60%.  I progressi sono lenti e le disparità di genere persistono tuttora a livello di tassi d'occupazione, di retribuzione, di orario di lavoro, di accesso a posti di responsabilità, di condivisione delle responsabilità familiari e domestiche e di rischio di povertà.  L'attua

STORIA DEL LAVORO FEMMINILE IN ITALIA - PARTE I

L’articolo 4 della Costituzione italiana recita testualmente: " La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. " L’articolo 4 pone quindi l’accento sull’elemento “ lavoro ” considerandolo contemporaneamente sia un diritto che un dovere. Il lavoro è inteso come “ diritto fondamentale che lo Stato deve riconoscere ” favorendo tutte le condizioni per realizzarlo attraverso le politiche occupazionali e limitando la disoccupazione, e come un “ dovere morale ” che ogni individuo dovrebbe compiere perché con il lavoro ogni cittadino afferma le proprie capacità, la propria personalità e contribuisce al progresso dell’intero Paese. Seppure la Costituzione garantisca con uno specifico articolo (il n.37) gli stessi diritti

RIFLESSIONI SUL RUOLO DEL SETTORE PUBBLICO E SULLO SCIOPERO DEL 9 DICEMBRE

In questi mesi si sono intensificati gli attacchi mediatici, spesso provenienti da precisi ambienti politici, contro il servizio pubblico e i suoi lavoratori. Accantonati velocemente gli elogi per quanto il pubblico è riuscito a garantire nella prima fase pandemica, reggendo il “ sistema paese ”, non si è certo perso tempo per ritornare a screditare l'intero settore. Ci siamo lasciati anche troppo velocemente alle spalle le attestazioni di stima della scorsa primavera, talvolta inaspettate, come quello di Leonardo Del Vecchio, uno degli uomini più ricchi d’Italia, a capo di Luxottica ( tra le maggiori imprese private italiane con decine di miliardi di fatturato) che intervistato a suo tempo dal quotidiano La Repubblica aveva affermato: finora pensavamo che il pubblico fosse meno efficace del privato. Credo che migliaia di medici e infermieri che ogni giorno rischiano la vita abbiano dimostrato che non è così. Spero che questo senso di orgoglio del lavoro rimanga anche in futuro. E

LAVORO AGILE: SI FA SUL SERIO O NO?

Il nostro è un Paese fortemente refrattario alle innovazioni, per cui nessuna meraviglia che uno strumento come il lavoro agile abbia fatto grande fatica ad affermarsi, perlomeno nella PA. Se non fosse stato per il Covid, staremmo ancora a discutere se sperimentarlo uno o due giorni a settimana. L’emergenza pandemica avrebbe potuto rappresentare una stra-ordinaria occasione per l’ammodernamento dei servizi pubblici, facendo piazza pulita dei tanti cincischiamenti che per decenni hanno caratterizzato il dibattito. Purtroppo, dobbiamo prendere atto che, al netto della nomina del “nuovo” Ministro della Pubblica Amministrazione, nessuno dei suoi predecessori ha sinora avuto il coraggio che sarebbe servito, limitandosi a recitare su un copione già scritto nel 2009. Così: nessun tavolo per la contrattazione del lavoro agile è stato aperto; è stato introdotto il Piano Organizzativo del Lavoro agile che può essere solo oggetto di confronto sindacale, proprio perché riguarda l’organizzazione de

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