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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

POST IN EVIDENZA

IN ASCOLTO DEI FUTURI COLLEGHI: I CONTATTI FP CGIL INPS SUL TERRITORIO

PERCHÈ CELEBRARE UN COSÌ DIFFICILE PRIMO MAGGIO

Il blog celebra domani la sua prima Festa dei Lavoratori. Non è purtroppo un Primo Maggio come tanti altri: non solo mancano le tradizionali forme delle iconiche manifestazioni della Festa ma, soprattutto, questa storica celebrazione cade per la seconda volta nel pieno di una crisi sociale con ben pochi precedenti. Anche e soprattutto a causa delle conseguenze economiche della pandemia, fenomeni come disoccupazione, precarietà e soprusi sui luoghi di lavoro sono a livelli altissimi. Lo vediamo con le tante prestazioni che eroghiamo come lavoratori dell’INPS, ma lo vediamo anche nelle nostre famiglie, tra i nostri amici e nella comunità di tutta la confederazione sindacale. Sono insomma drammi che sentiamo due volte anche sulla nostra pelle.  Anche per questo vale la pena ricordare che il Primo Maggio è innanzitutto una storia di lotta. La data si ispira infatti al primo maggio del 1886, quando negli Stati Uniti fu indetto un grande sciopero generale che culminò tre giorni dopo con ben

LA SVOLTA SPAGNOLA DELLE 32 ORE: LAVORARE MEGLIO PER RILANCIARE L’ECONOMIA

I professionisti dello storytelling spiegano sempre che per disegnare il futuro occorre scommettere sull’innovazione. In un mondo del lavoro che si trasforma costantemente, e che muta i propri caratteri fondamentali sulla spinta del consumo globale, guidare un processo di trasformazione vuol dire avere una visione d’insieme, un obiettivo di lungo periodo e correre un rischio. Perché non si possono registrare miglioramenti apprezzabili o significativi senza la capacità critica di mettere in discussione modelli predefiniti.  In Spagna l’Esecutivo guidato da Pedro Sanchez ha lanciato un'idea: sperimentare la settimana lavorativa di 32 ore, 4 giorni a parità di salario, assicurandosi le critiche degli industriali e della stampa più conservatrice.  La proposta, però, non è apparsa peregrina e ha scatenato un vivace dibattito: l’emergenza epidemiologica vissuta in tutto il mondo ha dimostrato la necessità di aprire nuovi orizzonti nel campo del lavoro e non solo. In un felice spunto offe

PERCHÉ I CONCORSISTI STANNO PROTESTANDO CONTRO BRUNETTA? #UGUALIALLAPARTENZA

In questi giorni si stanno moltiplicando le proteste degli aspiranti concorsisti contro il Ministro Brunetta: su Change.org è stata lanciata la petizione “No ai concorsi per titoli - No alla Riforma Brunetta”, che ha raccolto migliaia di firme, mentre su Twitter è stato lanciato un hashtag molto utilizzato #ugualiallapartenza, è stato inoltre lanciato spontaneamente il Comitato No Riforma PA. Alla base della protesta ci sono  le nuove norme che dovrebbero regolare le procedure concorsuali ,  introdotte dal decreto legge n. 44 dell’1 aprile 2021, che si inseriscono in un nuovo processo di riforma della Pa guidata dal ministro Renato Brunetta. Con l’art. 10, co. 1 del decreto in questione, infatti, si attribuisce alle amministrazioni la discrezionalità di precludere l'accesso alle prove preselettive dei concorsi a coloro che non sono in possesso di titoli e gli anni di servizio, inoltre viene valutata anche l’esperienza professionale, inclusi i titoli di servizio, che può concorrere

LETTERA IN RISPOSTA AL MINISTRO BRUNETTA SU ART.10 DECRETO LEGGE N. 44 DEL 2021

Sono stato assunto con il Concorso INPS per Consulenti nel 2019, citato dal Ministro Brunetta nell’articolo che lo stesso ha pubblicato sull’Huffington Post, e vorrei fare alcune considerazioni sui temi della riforma dei concorsi e più in generale sul tema del rapporto tra giovani e pubblico impiego. Parto col dire quanto trovo di valido nelle opinioni del Ministro: condivido in parte alcune delle motivazioni del suo agire politico. In particolare concordo quando sostiene che l’Italia ha un valido sistema di istruzione, tra più avanzati ed accessibili al mondo, con un’offerta ampia che permette a tutti di seguire il percorso più adatto a sé stesso. Condivido anche il principio di valorizzazione della formazione, credo nel life-long learning e nel miglioramento continuo. Apprezzo che nel Decreto Legge n. 44 del 2021 si voglia dare spazio al decentramento – non dimenticherò mai le trasferte a Roma per i concorsi, i compagni che giungevano con l’aereo dalla Sardegna, dalla Sicilia e dalla

LA SICUREZZA SOCIALE E MIGRANTI IRREGOLARI: CAMBIANO I GOVERNI MA GLI INVISIBILI RESTANO TALI

In questo primo mese di governo Draghi sono avvenute tante cose. In alcuni partiti vi è stata addirittura una rivoluzione radicale con cambio al timone, si torna a parlare di ius soli. Solo una questione resta innominabile: la situazione dei migranti economici. È una categoria scomoda quella dei sans papiers; scomoda per tutti, anche per i nostri concittadini “benpensanti”, ma ancora più scomoda risulta essere la sua soluzione: la regolarizzazione. Albert Kraler, accademico della Danube University (Germania), lo ha ben sintetizzato in un recente convegno virtuale a cui la FP CGIL ha partecipato: secondo l’opinione pubblica, remunerare i “clandestini” con la regolarizzazione minerebbe la certezza e lo Stato di diritto, non sarebbe fiscalmente sostenibile e discriminerebbe quei migranti che tentano di entrare rispettando le regole. Sarebbe poi un segnale di attrazione maggiore per ulteriori migrazioni non controllate (il cosiddetto “pull-factor”, una teoria in circolazione dagli anni 70’

PERCHÉ LO SCIOPERO È ORMAI FUORI MODA

Lo sciopero è uno strumento di lotta memorabile per i risultati che ha consentito di raggiungere nel corso del Novecento. In molti tra noi si augurano che possa tornare ad esserlo in futuro, ed è per questo che ci teniamo ben stretti l’art. 40 della Costituzione. Occorre però solo un minimo di pragmatismo per rendersi conto che purtroppo “è passato di moda”. Nel senso che appare inadeguato a perseguire risultati utili nel confronto con la cosiddetta “parte datoriale”. Viviamo in un contesto in cui si è abbandonata la teorizzazione del conflitto tra capitale e lavoro. Lo sciopero, dal punto di vista del diritto civile, è il diritto a sottrarsi alla prestazione lavorativa evitando le sanzioni conseguenti all’inadempimento del contratto, prima tra tutte quella del licenziamento. Non c’è dunque inadempimento, ma viene naturalmente meno il diritto alla controprestazione, alla retribuzione. Il diritto a non lavorare è stato originariamente pensato come strumento di pressione nelle rivendicaz

L'INPS È MATRIGNA?

Si è concluso marzo, mese che qualcuno ha voluto definire Mese della Donna, vista la presenza dell’8 marzo, che come unica giornata dedicata alle riflessioni sulla presenza e il valore della donna nella società attuale, sta un po’ stretto a tutte e tutti. Tante parole si sono spese. Soprattutto per evocare la parità di genere (in ambito professionale, retributivo, di accesso alla politica, alle alte cariche) ancora agognata.  Ma quando si va ad analizzare quello che la società fa concretamente in tema di politiche di tutela della maternità, nulla. Sembra che la scelta di fare un figlio sia ancora marchiata con il giudizio ‘te la sei cercata’, invece di essere vissuto come tema strategico di una società che guarda al futuro. Questo tema della maternità, essendo legato alla grave situazione di  crisi demografica nel nostro paese, è correlato anche alla natura stessa del nostro ente, l’INPS, che sul sistema di solidarietà tra generazioni si regge.  Altri paesi 'avanzati' su questo

"M'ILLUMINO DI MENO"

Sono sempre più numerose le campagne di sensibilizzazione rivolte a promuovere comportamenti e azioni che vadano nella direzione di ridisegnare un nuovo mondo sostenibile energeticamente. Azioni che devono essere intraprese dalle grandi organizzazioni e istituzioni, sia pubbliche che private, ma anche da tutti i cittadini per poter fare veramente la differenza. E ’infatti sempre più urgente e necessario pensare ed agire per costruire un nuovo modello di società che sia sostenibile e che possa arginare il preoccupante degrado delle condizioni ambientali che influiscono negativamente anche sulla salute di tutti noi. Da diversi anni la sensibilità riguardo al tema ambientale, al cambiamento del clima planetario e al risparmio energetico è fortemente aumentata e, su scala mondiale, si sono intraprese diverse iniziative, una su tutte “Fridays for future”, o a livello nazionale campagne di sensibilizzazione trasversale come ad esempio “M’illumino di meno” promossa dalla trasmissione radiofon

IL LAVORO PUBBLICO DELLE DONNE. LE DONNE DEL LAVORO PUBBLICO.

Un articolo pubblicato a febbraio sul Sole 24 ore a firma del think-tank Tortuga,  analizzava bene alcuni dati riguardanti le donne nel lavoro pubblico, dal tema salariale a quello degli avanzamenti di carriera. Dai dati Ocse, infatti, emerge come il divario occupazionale di genere sia minore laddove il settore pubblico occupi una quota maggiore dei lavoratori. Secondo Tortuga, infatti, “gli Stati che occupano nella pubblica amministrazione più di un lavoratore su quattro presentano un divario di genere in media inferiore al 5% (ad esempio i paesi nordici). Viceversa, i Paesi caratterizzati da una percentuale di occupati nel settore pubblico sul totale inferiore presentano un divario superiore al 10% (è il caso dell’Italia e della Spagna).” In altre parole, tra i diversi fattori, esiste quello per cui il gap salariale in Italia potrebbe diminuire se  aumentassero le assunzioni nel settore pubblico. Nel 2017 le dipendenti pubbliche in Italia erano il 57%, mentre nello stesso anno le don

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