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AMBIENTE E LAVORO: FUTURO SOSTENIBILE

Per la prima volta nella storia sindacale l’ambiente diventa un tema fondamentale grazie alla campagna di tesseramento CGIL 2020. 
“Ambiente e lavoro: futuro sostenibile” è, infatti, questo il messaggio lanciato dalla nostra organizzazione sindacale e presente sulle nostre tessere. Una pianta con delle foglie verdi, radici profonde e ben salde alla terra, ed uno sfondo rosso rappresentativo dei valori della CGIL, per chiedere a gran voce di progettare un “futuro sostenibile” assieme alle amministrazioni, ai lavoratori e alle imprese, nel quale l’economia è rispettosa dell’ambiente e dei diritti umani. 
Chiediamo un futuro con al centro la qualità dei prodotti, i diritti delle persone e non solo il mercato. Nel mondo che chiediamo il lavoro viene mantenuto perché è innovativo, di qualità e dunque più competitivo e duraturo. Vogliamo un’economia verde che salvaguardi i nostri ecosistemi, anche perché essere green conviene! 
L’International Renewable Energy Agency - IRENA - ha calcolato che investire 1 milione di dollari nelle rinnovabili crea 7,5 posti di lavoro rispetto ai 2,6 nel settore delle fossili.
La green economy, quella basata sulle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, l’economia circolare, si conferma, tra l’altro, la migliore risposta alla crisi che stiamo attraversando. 
Per misurare come l’emergenza sanitaria COVID-19 abbia investito il sistema delle imprese italiane è stata realizzata nel mese di ottobre 2020 un’indagine presente nel rapporto Green Italy 2020, scritto dalla Fondazione Symbola e Unioncamere e che misura la forza della green economy nazionale, basata su 1.000 aziende manifatturiere tra 5 e 499 addetti.
In questa analisi sono stati in particolare indagati temi tra i quali: le conseguenze dell’emergenza da COVID-19 sull’attività dell’impresa; le implicazioni della stagione del lockdown (sospensione/riduzione dell’attività); le misure di gestione del personale (smart working, gestione dei turni, ricorso a istituti quali CIG/FIS, ecc.); la gestione dell’emergenza dai diversi punti di vista (tutela della salute, organizzazione del lavoro, ecc.).

Nel 2020, anno caratterizzato da grandissime difficoltà, i risultati dell’indagine hanno mostrato come le imprese eco-investitrici manifatturiere sono riuscite a mantenere operative le proprie produzioni in misura superiore rispetto alle altre: il 39% non ha infatti mai sospeso l’attività, mentre per le imprese non eco-investitrici questa quota è stata pari al 29% di ben dieci punti inferiore.
Le aziende manifatturiere che hanno effettuato investimenti su processi e prodotti a maggior risparmio energetico, idrico e/o minor impatto ambientale nel 2020 hanno registrato nel 16% dei casi un aumento del proprio fatturato, quasi il doppio di quella delle imprese non green (9%). 
Ciò non significa che la crisi non si sia fatta sentire, ma che lo ha fatto in misura più contenuta per chi ha investito in sostenibilità.
La green economy, secondo il rapporto Green Italy 2020, si rivela dunque una leva determinante anche dal punto di vista della resilienza delle imprese. 
Il vantaggio competitivo delle imprese eco investitrici si conferma anche in termini occupazionali: assume il 9% delle green contro il 7% delle altre.
La transizione verde diventa dunque uno dei punti di forza di queste imprese ed investire in un futuro sostenibile non solo aiuta l’ambiente ma sostiene anche il mondo del lavoro.
L’economia del fossile e del cemento è al tramonto e non ci può essere alcun trade-off tra ambiente e lavoro, non si può barattare la salute con il salario, lo sanno bene i lavoratori dell’ex Ilva di Taranto o dell’ex Italsider di Bagnoli. 
Oggi 19 marzo si terrà il primo sciopero globale per il clima del 2021 proclamato dal movimento Fridays For Future con lo slogan “Niente Più Vuote Promesse”. Gli attivisti chiederanno ai leader mondiali azioni efficaci ed urgenti per combattere la crisi climatica perché i fondi del Next generation Eu rischiano di finire alle aziende ed ai progetti più inquinanti invece che essere usati per trasformare il nostro modello di sviluppo. 
La Cgil come sempre sostiene questa mobilitazione perché convita che lo sviluppo debba essere sostenibile, non solo perché tutela l’ambiente ma anche perché sostiene il mondo del lavoro, l’equa distribuzione delle risorse, la salute degli individui e la giustizia sociale.
Ambiente e Lavoro: per noi questo è il futuro sostenibile!

di Claudia Minniti

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