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DIRITTO ALL’AFFETTIVITÀ PER TUTTE E TUTTI

La ricorrenza del 17 maggio è stata scelta, in ambito internazionale, per promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell’omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana“.
Con queste parole il 17 maggio 2020 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella condannava tutte le forme di discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. La ricorrenza è stata istituita nel 2004 e riconosciuta nel 2007 dall'Unione Europea. L'obiettivo della giornata è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali  per contrastare il fenomeno dell'omofobia, della bifobia e della transfobia
Nel nostro paese è previsto il reato penale contro l’odio razziale e religioso ma non contro la misoginia e l’omofobia. Il ddl Zan contro l’omotransfobia nasce per colmare questa lacuna normativa. Il disegno di legge, approvato alla Camera nel novembre 2020 è stato finora bloccato e da poco tempo calendarizzato al Senato, prevede "misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Nell’articolo 1 del testo, viene specificato che "per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico; per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un "percorso di transizione".
Tra le novità del provvedimento è prevista la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette  atti di discriminazione fondati "sul sesso,  sul genere, sull'orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi. Per qualsiasi reato commesso per le finalità di discriminazione o di odio la pena viene aumentata fino alla metà. Il condannato per simili reati può ottenere la sospensione condizionale della pena se presta un lavoro in favore delle associazioni di tutela delle vittime dei reati.
Il ddl Zan prevede anche l’istituzione, il 17 maggio, della giornata nazionale contro l'omofobia dedicata alla promozione della cultura del rispetto e dell'inclusione nonché al contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni. Le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni. Partendo dalle scuole si opera un’educazione al rispetto dell’altro, nella consapevolezza dell’esistenza delle diversità.  Nel provvedimento è previsto anche lo stanziamento di 4 milioni di euro all'anno per i centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, e anche vitto e alloggio alle vittime dei reati di odio e discriminazione.
Assistiamo ormai in maniera sistematica ad aggressioni di natura omofoba a danno di persone che stanno semplicemente comportandosi come una coppia qualsiasi, una delle ultime notizie riguardano una ragazza cacciata di casa e disconosciuta dalla propria famiglia per il suo orientamento sessuale.
Non è più tollerabile che tutto ciò avvenga perché non c’è una legge che condanni tali crimini di odio e intolleranza.
Se è vero ciò che ha recentemente affermato la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris che” la condizione delle donne corrisponde allo stato della democrazia”,
è altrettanto vero che il livello di civiltà di un paese si misura dal garantire e promuovere pari diritti e pari opportunità a tutti i cittadini, prescindere da chi amano, dalle loro abilità fisiche o dal loro genere.
La storia ci insegna che la società, spesso, è già pronta a cogliere i segnali di cambiamento al proprio interno prima ancora della politica. Non a caso molte persone famose ma anche semplici cittadini si stanno attivando per sollecitare l’approvazione del ddl Zan, una legge necessaria per mettere al bando ogni forma di odio e discriminazione, perché ogni essere umano è unico nella sua meravigliosa diversità e rispettarne la diversità significa difendere la propria e l’altrui libertà. 
 
di Lucia Basco 
 


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