Nonostante siano passati quasi 10 anni dalla soppressione dell'INPDAP e dall'acquisizione da parte dell'INPS delle relative funzioni, per i lavoratori della gestione pubblica sembra che il tempo si sia fermato. La gestione pubblica continua ad essere una specie di corpo estraneo all'INPS. I lavoratori della gestione pubblica continuano ad utilizzare i medesimi applicativi di allora, che tante difficoltà causano quotidianamente nello svolgimento della prestazione. Ancora in auge sono persino i fascicoli cartacei, che costituiscono il fardello del lavoratore pubblico, la cui mancanza non consente di evadere le prestazioni.
Su un aspetto invece la fusione tra INPDAP ed INPS ha trovato una certa uniformità. È l'aspetto della produttività della gestione pubblica, a cui si continua a richiedere il raggiungimento di obiettivi praticamente irraggiungibili, senza tuttavia considerarne criticità e peculiarità, che a titolo meramente esemplificativo si elencano:
- necessità di attendere che le posizioni assicurative siano sistemate dalle varie amministrazioni datrici di lavoro coinvolte in tale attività (Enti locali, Ministeri, ecc.);
- necessità di attendere l'invio da parte delle amministrazioni datrici di lavoro della documentazione necessaria per poter definire le prestazioni;
- specificità delle pensioni pubbliche che vengono trasmesse almeno 6 mesi prima della data di decorrenza della pensione e che per questo non possono essere definite nel breve termine;
- necessità di lavorare tramite fascicoli cartacei che debbono essere richiesti, studiati e archiviati;
- necessità dopo la definizione delle domande di dover effettuare ulteriori lavorazioni telematiche per far sì che il prodotto venga conteggiato nella produttività;
- utilizzo di applicativi informatici molto spesso non funzionanti, tanto da determinare notevoli ritardi nella lavorazione, né funzionali perché complessi nella procedura e neppure intuitivi;
coefficienti di omogeneizzazione che non tengono conto della specificità del prodotto e degli applicativi che si utilizzano.
I dati sulla produttività della gestione pubblica a livello nazionale sono di gran lunga distanti dai famosi 124 punti omogeneizzati. La rilevazione su larga scala ci consente di asserire che i parametri che vengono utilizzati per valutare l'attività dei lavoratori della gestione pubblica sono a dir poco opinabili.E che dire poi dell'obbligo per questi lavoratori di recarsi in sede anche nel pieno della pandemia o del rischio di non poter neppure accedere per il futuro allo smart working perché l'INPS in 10 anni non ha digitalizzato gli archivi? Ce n'è abbastanza per pretendere rispetto verso i lavoratori della gestione pubblica! Basta addebitare loro responsabilità che non hanno. Chiediamo piuttosto di risolvere con la massima urgenza tutte le problematiche precedentemente elencate realizzando, stavolta per davvero, quella fusione che in 10 anni non si è ancora verificata.
Su un aspetto invece la fusione tra INPDAP ed INPS ha trovato una certa uniformità. È l'aspetto della produttività della gestione pubblica, a cui si continua a richiedere il raggiungimento di obiettivi praticamente irraggiungibili, senza tuttavia considerarne criticità e peculiarità, che a titolo meramente esemplificativo si elencano:
- necessità di attendere che le posizioni assicurative siano sistemate dalle varie amministrazioni datrici di lavoro coinvolte in tale attività (Enti locali, Ministeri, ecc.);
- necessità di attendere l'invio da parte delle amministrazioni datrici di lavoro della documentazione necessaria per poter definire le prestazioni;
- specificità delle pensioni pubbliche che vengono trasmesse almeno 6 mesi prima della data di decorrenza della pensione e che per questo non possono essere definite nel breve termine;
- necessità di lavorare tramite fascicoli cartacei che debbono essere richiesti, studiati e archiviati;
- necessità dopo la definizione delle domande di dover effettuare ulteriori lavorazioni telematiche per far sì che il prodotto venga conteggiato nella produttività;
- utilizzo di applicativi informatici molto spesso non funzionanti, tanto da determinare notevoli ritardi nella lavorazione, né funzionali perché complessi nella procedura e neppure intuitivi;
coefficienti di omogeneizzazione che non tengono conto della specificità del prodotto e degli applicativi che si utilizzano.
I dati sulla produttività della gestione pubblica a livello nazionale sono di gran lunga distanti dai famosi 124 punti omogeneizzati. La rilevazione su larga scala ci consente di asserire che i parametri che vengono utilizzati per valutare l'attività dei lavoratori della gestione pubblica sono a dir poco opinabili.E che dire poi dell'obbligo per questi lavoratori di recarsi in sede anche nel pieno della pandemia o del rischio di non poter neppure accedere per il futuro allo smart working perché l'INPS in 10 anni non ha digitalizzato gli archivi? Ce n'è abbastanza per pretendere rispetto verso i lavoratori della gestione pubblica! Basta addebitare loro responsabilità che non hanno. Chiediamo piuttosto di risolvere con la massima urgenza tutte le problematiche precedentemente elencate realizzando, stavolta per davvero, quella fusione che in 10 anni non si è ancora verificata.
di Coordinamento Fp Cgil Bari